Altan
|
Storica formazione che ha caratterizzato la scena internazionale degli anni ottanta e che, dopo un periodo difficile dovuto alla scomparsa del leader Frankie Kennedy, ha acquisito nuovo vigore artistico e fama. Da alcuni anni è nuovamente protagonista sulla scena internazionale riproponendo il caratteristico sound intriso di sonorità nord americane.
Gli Altan hanno condiviso le scene con grandi artisti del mondo pop ed è da sempre una delle formazioni piu’ amate dagli irlandesi: un mito! Presenta il nuovo Cd “25 years” in gran concerto con l’Orchestra sinfonica “Accademia del concerto”. |
Biografia
ALTAN è il nome di un piccolo lago alla base del monte Errigal, nel nord-ovest del Donegal, a pochi chilometri da Gaoth Dobhair, paese d’origine di Mairead Ni Mhaonaigh, leader indiscussa del gruppo che, in certo qual modo, ha ereditato la sigla del padre Proinsias, rinomato fiddler locale, che nei primi anni ’70 diede vita ai Ceoltoiri Altan.
Mairead si dedica al fiddle sin da piccola e, mentre frequenta ancora le scuole medie, suona tutti i fine settimana all’Huidi Beag’s Pub, dove sistematicamente s’incontrano i giovani talenti, cui spesso si aggiungono Paul Brady, Tommy Peoples, James Kelly, i Glackins e i Lunny: è la fucina da cui usciranno i Clannad, la Bothy Band e buona parte dei “miti” che caratterizzano la scena irlandese dell’ultimo quarto del secolo scorso.
Gli ALTAN hanno la fortuna di costituirsi al momento giusto e finiscono col divenire gli alfieri di questa riscoperta ed espansione. La svolta per Mairead è però l’incontro, alla fine degli anni’70, con Frankie Kennedy, flautista proveniente da Cois Cladaigh, nei dintorni di Belfast, altra area particolarmente densa di umori musicali che si riallacciano alla tradizione. I due insegnano nella stessa scuola, s’innamorano e cominciano a fare coppia fissa per convolare a nozze nel 1981.
Nell’83 viene pubblicato il loro album “Ceol Adush” (Gael Linn: ‘musica del Nord’): una selezione di brani che affondano inequivocabilmente nel piu’ puro e canonico folk irlandese, dove canzoni rigorosamente in lingua gaelica si alternano a jigs, reels e altre dance-tunes. Di prestigio i collaboratori: Enya, Fintan McManus, il fratello di Mairead, Gearoid e soprattutto Ciaran Curran, di Fermanagh che, in pratica, trasformerà il duo in un trio. Con l’aggiunta del chitarrista Mark Kelly, di Coolock, Dublino, il gruppo diventa un’istituzione nei circoli di musica tradizionale.
Lo stesso quartetto incide “Altan” (Green Linnet 1987), ancora accreditato alla coppia ma da considerare come l’album d’esordio del gruppo. Ed è decisamente un passo avanti: il suono è pieno, con bouzouki e chitarra ben presenti, i ritmi sono già quelli giusti, l’amalgama è perfetto, la scelta dei pezzi azzeccatissima, il flauto e il violino si esprimono in un virtuosismo strabiliante e la voce di Mairead fa sognare; ci sono tutti gli ingredienti che nel giro di poco ne faranno la migliore folk band d’Irlanda.
Nel ’89 è la volta di “Horse with a Heart”, sempre per la Green Linnet. Entra nella formazione anche Paul O’Shaughnessy, e il raddoppio del fiddle rende il sound ancor piu’ irresistibile e penetrante. L’equilibrio, la pulizia dei suoni, la precisione, l’essenzialità, si uniscono a un colore, un trasporto, una passionalità, un vigore che ancora difettava nelle cose precedenti: immaginazione, cuore e rispetto per la tradizione. Tra gli ospiti, determinante la presenza di Phil Cunningham, che si occupa anche della produzione, Colm Murphy, mago del bodhran, Marie Askin, al piano e Donal Lunny, ormai di casa.
I tre album successivi ben rappresentano il loro momento migliore, aggiudicandosi il titolo di Best Celtic Album, assegnato dalla National Association of Indipendent Record Distribution & Manufactures, per gli anni ’90, ’92 e ’93. Non mancano i riconoscimenti da parte di critica e pubblico, ed è ancora loro il posto di testa come Best Traditional Artist nei Reader’s Poll della Hot Press irlandese per due anni consecutivi. Altro particolare non indifferente è il deciso incremento delle vendite, che li porta in testa alle charts del Regno Unito.
“The Red Crow”, sempre su Green Linnet, è il primo dei tre ed esce nel giugno del ’90; la formazione è rimasta la stessa, immutata la formula e le fonti di approvvigionamento: tradizionali provenienti principalmente dal Donegal, con inequivocabili influssi scozzesi, più o meno diretti. Ai soliti ospiti si unisce per la prima volta l’accordeonista Dermot Burns. Tra le perle i reels iniziali “Yellow Tinker/Lady Montgomery/The Merry Harrisers” e “Mallai Chroch Shli”, intrisa di lirismo e soffusa di una luce irreale.
Due anni di pausa ed ecco “Harvest Storm”, la cui principale novità consiste nella tarsformazione del gruppo da quintetto a sestetto, con l’ingresso di un terzo fiddler, Ciaran Tourish, di Buncrane, allievo di Dinny McLuaghlin, già maestro della stessa Mairead. Donal Lunny è ancora l’uomo in piu’ e compare anche Daithi Sproule alle chitarre. L’album è caratterizzato dalla presenza di tre fiddlers, forse troppi, ed è Paul O’Shaughnessy a lasciare, ristabilendo il vecchio equilibrio sonoro.
Ed ecco “Harvest Angel”, a detta di molti il loro miglior disco. Daithi Sproule di Derry, ma naturalizzato americano, ex Skara Brae e Bowhand, entra a far parte dell’organico alternandosi o sovrapponendosi a Mark Kelly alla chitarra, mentre Byrne, Lunny e altri appoggiano dall'esterno. E’ il trionfo del buon gusto e dell'armonia.
Purtroppo, a far da contraltare al successo raggiunto ci sono le brutte notizie sulla salute di Frankie Kennedy, che nl ’92 viene colpito da un male incurabile, morirà nel settembre del ’94, all’età di soli 38 anni. In suo onore viene istituita a Bunberg, Lotterkenny, Fonegal, la Frankie Kennedy Winter School, che ogni anno accoglie alcuni tra i migliori musicisti d’Irlanda.
La band ha un comprensibile momento di sbandamento e ci vorrà del tempo per raccogliere idee ed entusiasmo e ripartire per nuove avventure.
Il passaggio alla Virgin si inaugura con la pubblicazione, nel ’96, di “Blackwater”, preceduto da un sostenuto battage pubblicitario. La formazione non subisce rimaneggiamenti sostanziali: subentra a integrare il sestetto l’accordeonista Dermot Byrne, da tempo nell’entourage. Attorno a loro Lunny, Cooney, Higgins, le Domhnaill, la sorella di Mairead e uno string quartet guidato da Maire Breathnach, pronti a sostenere anche psicologicamente gli amici. L’album è eccellente senza pur raggiungere le vette artistiche dei precedenti.
Non passa molto tempo e i sei ci riprovano: sul finire del’96 registrano in maniera informale, in un vecchio cottage, quasi fosse un concerto dal vivo, le tracce per il nuovo album. L’ambiente è il piu’ appropriato, naturale e familiare, per aiutare Mairead a riacquistare la serenità perduta. Lo si percepisce sin dal primo ascolto: un’insolita placidità e pacatezza sovrastano ogni esecuzione, rivelando una nuova sensibilità entro un mirabile processo di decantazione. E’ decisamente un passo evolutivo rispetto al precedente “Blackwater” e fa intravedere il desiderio di seguire nuove strade: un segno di maturità, crescita e intelligenza.
Nel 2000 esce “Another Sky”, per l’etichetta Narada: un disco che conferma definitivamente il nuovo indirizzo e si colloca tra le migliori prove in assoluto della band. Il calore e la poesia avvolgono l’ascoltatore in maniera totale. Ci sono per la maggior parte brani attinti alla tradizione, come sempre riarrangiati con cura e rispetto, ma non mancano composizioni originali e una cover di assoluto valore, la “Girl from the North Country” del grande Bob Dylan. La partecipazione di personaggi del calibro di Bonnie Raitt, Jerry Douglas e James “Hutch” Hutchinson apre il suono degli Altan alla cultura americana, formatasi con l’insediamento delle popolazioni europee trasferitesi nel nuovo mondo.
Il disco del 2002, "The Blue Idol", vede come ospite alla voce la famosa cantante americana Dolly Parton, diventata molto amica del gruppo dopo averli invitati a suonare con lei nel suo album Little Sparrow, del 2001. Il giornalista di Sing Out! R. Weir ne parlerà così: “proprio quello che vi aspettereste dalla stagionata formazione degli Altan: matura, sofisticata e di alta qualità”. Il disco farà guadagnare loro il premio quale Miglior Gruppo ai Radio 2 Folk Awards della BBC. Nel 2003 viene pubblicata la compilation The Best of Altan: The Songs.
Nel 2005 esce "Local Ground", che come sempre riceve recensioni positive ed entusiastiche, hanno poi ottenuto l'oro e il disco di platino in Irlanda per il record di vendite, e vinto numerosi premi per il titolo di band più popolare nel panorama folk tradizionale e world music nel mondo. La cantante Mairéad Ní Mhaonaigh ha pubblicato nel dicembre del 2008 il suo primo disco solista, Imeall.
Negli ultimi anni, per festeggiare i 25 anni insieme, gli Altan hanno sperimentato la loro musica con arrangiamenti orchestrali dei loro pezzi più popolari con l'Orchestra Ulster, la RTE Concert Orchestra e con la Royal Scottish Opera Orchestra. Gli Altan hanno registrato un album orchestrale con la RTE Concert Orchestra nel 2010.
Dopo aver celebrato il loro 25° anniversario, gli Altan iniziano un nuovo capitolo con un nuovo album “Gleann Nimhe – The Poison Glen” pubblicato in tutto il mondo su Compass Records nel marzo 2012. Il 2012 si presenta molto promettente, con tour in USA, Francia , Germania e Norvegia, e festival in questi e altri paesi, tra cui Belgio, Regno Unito, Irlanda e Olanda . Sulla forza di questo nuovo album, sono stati poi invitati per uno spettacolo alla Zankel Hall al Carnegie Hall nel marzo 2013.
Formazione:
MAIREAD NI MHAONAIGH - violino, voce
DERMOT BYRNE - fisarmonica
CIARAN TOURISH - violino, whistles, coro
CIARAN CURRAN - bouzoiki, chitarra
MARK KELLY - chitarra, coro
DAITHI SPROULE - chitarra, coro
Discografia:
DISCHI DI STUDIO
Horse with a Heart, 1989
The Red Crow, 1990
Harvest Storm, 1991
Island Angel, 1993
Blackwater, 1996
Runaway Sunday, 1997
Another Sky, 2000
The Blue Idol, 2002
Local Ground, 2005
COMPILATION
Once Again 1987-93, 1993
The First Ten Years (1986-1995), 1995
Best of Altan, 1997
Altan’s Finest, 1999
The Best of Altan: The Songs, 2003
DAITHI SPROULE
A Heart Made of Glass, 1995
The Crow in the Sun, 2007
CIARAN TOURISH
Down The Line, 2005
MAIREAD NI MHAONAIGH
Imeall, 2008
Mairead si dedica al fiddle sin da piccola e, mentre frequenta ancora le scuole medie, suona tutti i fine settimana all’Huidi Beag’s Pub, dove sistematicamente s’incontrano i giovani talenti, cui spesso si aggiungono Paul Brady, Tommy Peoples, James Kelly, i Glackins e i Lunny: è la fucina da cui usciranno i Clannad, la Bothy Band e buona parte dei “miti” che caratterizzano la scena irlandese dell’ultimo quarto del secolo scorso.
Gli ALTAN hanno la fortuna di costituirsi al momento giusto e finiscono col divenire gli alfieri di questa riscoperta ed espansione. La svolta per Mairead è però l’incontro, alla fine degli anni’70, con Frankie Kennedy, flautista proveniente da Cois Cladaigh, nei dintorni di Belfast, altra area particolarmente densa di umori musicali che si riallacciano alla tradizione. I due insegnano nella stessa scuola, s’innamorano e cominciano a fare coppia fissa per convolare a nozze nel 1981.
Nell’83 viene pubblicato il loro album “Ceol Adush” (Gael Linn: ‘musica del Nord’): una selezione di brani che affondano inequivocabilmente nel piu’ puro e canonico folk irlandese, dove canzoni rigorosamente in lingua gaelica si alternano a jigs, reels e altre dance-tunes. Di prestigio i collaboratori: Enya, Fintan McManus, il fratello di Mairead, Gearoid e soprattutto Ciaran Curran, di Fermanagh che, in pratica, trasformerà il duo in un trio. Con l’aggiunta del chitarrista Mark Kelly, di Coolock, Dublino, il gruppo diventa un’istituzione nei circoli di musica tradizionale.
Lo stesso quartetto incide “Altan” (Green Linnet 1987), ancora accreditato alla coppia ma da considerare come l’album d’esordio del gruppo. Ed è decisamente un passo avanti: il suono è pieno, con bouzouki e chitarra ben presenti, i ritmi sono già quelli giusti, l’amalgama è perfetto, la scelta dei pezzi azzeccatissima, il flauto e il violino si esprimono in un virtuosismo strabiliante e la voce di Mairead fa sognare; ci sono tutti gli ingredienti che nel giro di poco ne faranno la migliore folk band d’Irlanda.
Nel ’89 è la volta di “Horse with a Heart”, sempre per la Green Linnet. Entra nella formazione anche Paul O’Shaughnessy, e il raddoppio del fiddle rende il sound ancor piu’ irresistibile e penetrante. L’equilibrio, la pulizia dei suoni, la precisione, l’essenzialità, si uniscono a un colore, un trasporto, una passionalità, un vigore che ancora difettava nelle cose precedenti: immaginazione, cuore e rispetto per la tradizione. Tra gli ospiti, determinante la presenza di Phil Cunningham, che si occupa anche della produzione, Colm Murphy, mago del bodhran, Marie Askin, al piano e Donal Lunny, ormai di casa.
I tre album successivi ben rappresentano il loro momento migliore, aggiudicandosi il titolo di Best Celtic Album, assegnato dalla National Association of Indipendent Record Distribution & Manufactures, per gli anni ’90, ’92 e ’93. Non mancano i riconoscimenti da parte di critica e pubblico, ed è ancora loro il posto di testa come Best Traditional Artist nei Reader’s Poll della Hot Press irlandese per due anni consecutivi. Altro particolare non indifferente è il deciso incremento delle vendite, che li porta in testa alle charts del Regno Unito.
“The Red Crow”, sempre su Green Linnet, è il primo dei tre ed esce nel giugno del ’90; la formazione è rimasta la stessa, immutata la formula e le fonti di approvvigionamento: tradizionali provenienti principalmente dal Donegal, con inequivocabili influssi scozzesi, più o meno diretti. Ai soliti ospiti si unisce per la prima volta l’accordeonista Dermot Burns. Tra le perle i reels iniziali “Yellow Tinker/Lady Montgomery/The Merry Harrisers” e “Mallai Chroch Shli”, intrisa di lirismo e soffusa di una luce irreale.
Due anni di pausa ed ecco “Harvest Storm”, la cui principale novità consiste nella tarsformazione del gruppo da quintetto a sestetto, con l’ingresso di un terzo fiddler, Ciaran Tourish, di Buncrane, allievo di Dinny McLuaghlin, già maestro della stessa Mairead. Donal Lunny è ancora l’uomo in piu’ e compare anche Daithi Sproule alle chitarre. L’album è caratterizzato dalla presenza di tre fiddlers, forse troppi, ed è Paul O’Shaughnessy a lasciare, ristabilendo il vecchio equilibrio sonoro.
Ed ecco “Harvest Angel”, a detta di molti il loro miglior disco. Daithi Sproule di Derry, ma naturalizzato americano, ex Skara Brae e Bowhand, entra a far parte dell’organico alternandosi o sovrapponendosi a Mark Kelly alla chitarra, mentre Byrne, Lunny e altri appoggiano dall'esterno. E’ il trionfo del buon gusto e dell'armonia.
Purtroppo, a far da contraltare al successo raggiunto ci sono le brutte notizie sulla salute di Frankie Kennedy, che nl ’92 viene colpito da un male incurabile, morirà nel settembre del ’94, all’età di soli 38 anni. In suo onore viene istituita a Bunberg, Lotterkenny, Fonegal, la Frankie Kennedy Winter School, che ogni anno accoglie alcuni tra i migliori musicisti d’Irlanda.
La band ha un comprensibile momento di sbandamento e ci vorrà del tempo per raccogliere idee ed entusiasmo e ripartire per nuove avventure.
Il passaggio alla Virgin si inaugura con la pubblicazione, nel ’96, di “Blackwater”, preceduto da un sostenuto battage pubblicitario. La formazione non subisce rimaneggiamenti sostanziali: subentra a integrare il sestetto l’accordeonista Dermot Byrne, da tempo nell’entourage. Attorno a loro Lunny, Cooney, Higgins, le Domhnaill, la sorella di Mairead e uno string quartet guidato da Maire Breathnach, pronti a sostenere anche psicologicamente gli amici. L’album è eccellente senza pur raggiungere le vette artistiche dei precedenti.
Non passa molto tempo e i sei ci riprovano: sul finire del’96 registrano in maniera informale, in un vecchio cottage, quasi fosse un concerto dal vivo, le tracce per il nuovo album. L’ambiente è il piu’ appropriato, naturale e familiare, per aiutare Mairead a riacquistare la serenità perduta. Lo si percepisce sin dal primo ascolto: un’insolita placidità e pacatezza sovrastano ogni esecuzione, rivelando una nuova sensibilità entro un mirabile processo di decantazione. E’ decisamente un passo evolutivo rispetto al precedente “Blackwater” e fa intravedere il desiderio di seguire nuove strade: un segno di maturità, crescita e intelligenza.
Nel 2000 esce “Another Sky”, per l’etichetta Narada: un disco che conferma definitivamente il nuovo indirizzo e si colloca tra le migliori prove in assoluto della band. Il calore e la poesia avvolgono l’ascoltatore in maniera totale. Ci sono per la maggior parte brani attinti alla tradizione, come sempre riarrangiati con cura e rispetto, ma non mancano composizioni originali e una cover di assoluto valore, la “Girl from the North Country” del grande Bob Dylan. La partecipazione di personaggi del calibro di Bonnie Raitt, Jerry Douglas e James “Hutch” Hutchinson apre il suono degli Altan alla cultura americana, formatasi con l’insediamento delle popolazioni europee trasferitesi nel nuovo mondo.
Il disco del 2002, "The Blue Idol", vede come ospite alla voce la famosa cantante americana Dolly Parton, diventata molto amica del gruppo dopo averli invitati a suonare con lei nel suo album Little Sparrow, del 2001. Il giornalista di Sing Out! R. Weir ne parlerà così: “proprio quello che vi aspettereste dalla stagionata formazione degli Altan: matura, sofisticata e di alta qualità”. Il disco farà guadagnare loro il premio quale Miglior Gruppo ai Radio 2 Folk Awards della BBC. Nel 2003 viene pubblicata la compilation The Best of Altan: The Songs.
Nel 2005 esce "Local Ground", che come sempre riceve recensioni positive ed entusiastiche, hanno poi ottenuto l'oro e il disco di platino in Irlanda per il record di vendite, e vinto numerosi premi per il titolo di band più popolare nel panorama folk tradizionale e world music nel mondo. La cantante Mairéad Ní Mhaonaigh ha pubblicato nel dicembre del 2008 il suo primo disco solista, Imeall.
Negli ultimi anni, per festeggiare i 25 anni insieme, gli Altan hanno sperimentato la loro musica con arrangiamenti orchestrali dei loro pezzi più popolari con l'Orchestra Ulster, la RTE Concert Orchestra e con la Royal Scottish Opera Orchestra. Gli Altan hanno registrato un album orchestrale con la RTE Concert Orchestra nel 2010.
Dopo aver celebrato il loro 25° anniversario, gli Altan iniziano un nuovo capitolo con un nuovo album “Gleann Nimhe – The Poison Glen” pubblicato in tutto il mondo su Compass Records nel marzo 2012. Il 2012 si presenta molto promettente, con tour in USA, Francia , Germania e Norvegia, e festival in questi e altri paesi, tra cui Belgio, Regno Unito, Irlanda e Olanda . Sulla forza di questo nuovo album, sono stati poi invitati per uno spettacolo alla Zankel Hall al Carnegie Hall nel marzo 2013.
Formazione:
MAIREAD NI MHAONAIGH - violino, voce
DERMOT BYRNE - fisarmonica
CIARAN TOURISH - violino, whistles, coro
CIARAN CURRAN - bouzoiki, chitarra
MARK KELLY - chitarra, coro
DAITHI SPROULE - chitarra, coro
Discografia:
DISCHI DI STUDIO
Horse with a Heart, 1989
The Red Crow, 1990
Harvest Storm, 1991
Island Angel, 1993
Blackwater, 1996
Runaway Sunday, 1997
Another Sky, 2000
The Blue Idol, 2002
Local Ground, 2005
COMPILATION
Once Again 1987-93, 1993
The First Ten Years (1986-1995), 1995
Best of Altan, 1997
Altan’s Finest, 1999
The Best of Altan: The Songs, 2003
DAITHI SPROULE
A Heart Made of Glass, 1995
The Crow in the Sun, 2007
CIARAN TOURISH
Down The Line, 2005
MAIREAD NI MHAONAIGH
Imeall, 2008
FRAME EVOLUTION di Paolo Sgevano
Corso Matteotti, 67 – 36071 – Arzignano (VI)
Mobile +39 348 3046782 – P.IVA 03583220243
Corso Matteotti, 67 – 36071 – Arzignano (VI)
Mobile +39 348 3046782 – P.IVA 03583220243