Vittorio Agnoletto
L’ECLISSE DELLA DEMOCRAZIA
con Vittorio Agnoletto (voce narrante) musiche di Marco Fusi (clarinetti) e Momir Novakovich (fisarmonica)
Questo spettacolo è la cronaca di un oscuramento, quello dei diritti e della democrazia, che siamo stati abituati per anni a considerare come conquiste definitivamente acquisite.
La cronaca politica più recente mostra come i cittadini siano ridotti oramai a comparse, costrette ad accettare le decisioni di tecnocrati che nessuno ha eletto: scelte imposte da mercati, borse, banche e agenzie di rating nel totale disprezzo della sovranità popolare. Protagonista di questo racconto non poteva essere che Vittorio Agnoletto, nel 2001 portavoce del Genoa Social Forum, noto in tutto il mondo come esponente di spicco del movimento altermondialista.
Da Genova i leader del movimento erano stati chiari: se proseguirà questo modello di sviluppo fondato su una crescita senza limiti, sulla finanziarizzazione dell’economia, su un’ineguale distribuzione delle risorse, si svilupperà una crisi sociale ed economica senza precedenti, vi sarà il ricorso alla guerra permanente per il controllo delle risorse energetiche, andrà in crisi l’equilibrio della biosfera, verrà calpestata la sovranità dei popoli. Le previsioni di allora oggi sono realtà; come una moderna Cassandra il movimento non trovò orecchie disposte a raccogliere il suo messaggio. Per quanto possa indurre alla depressione e incutere timore, tuttavia, l’eclisse non è un evento senza ritorno. Al contrario, per sua natura è un fenomeno transitorio: c’é ancora la possibilità che l’avvenire venga rischiarato dal sole di una democrazia finalmente compiuta. E’ obbligatorio questo racconto perché non venga rimosso dalla memoria il fatto che le critiche, le aspirazioni, le rivendicazioni di Genova sono entrate a fare parte del lessico del presente.
Per rendercene conto, basta considerare un esempio tra i tanti. I capi di stato di grandi nazioni come Francia e Germania, che allora avevano invocato la repressione, oggi richiedono a gran voce l’applicazione della Tobin Tax come rimedio ai guasti della speculazione: misura che, guarda caso, costituiva una delle più pressanti richieste del social forum. Ma anche il linguaggio più spontaneistico delle proteste degli indignati, figli forse inconsapevoli di quel grande movimento, oggi di moda, è debitore di quell’esperienza.
Un teatro civile che non vuole però ripiegare nello sconforto della tenebra, non vuole indulgere sul gelo senza la luce della ragione. Per quanto possa indurre alla depressione e incutere timore infatti, l’eclisse non è un evento senza ritorno. Al contrario, per sua natura è un fenomeno transitorio: c’é ancora la possibilità che l’avvenire venga rischiarato dal sole di una democrazia finalmente compiuta. Ciò potrà verificarsi solo come prodotto di una reazione della società civile e quindi di ciascuno di noi.
Lo spettacolo vuole anche essere un momento di riflessione, coinvolgendo il pubblico in un atto di ottimismo, di speranza e di riscossa civile e democratica: senza la pretesa di fornire risposte precostituite, ma con l’ambizione e il sogno di catalizzare le energie di chi vuole riprendersi il proprio futuro.
Assieme ai testi di Agnoletto, protagonista sul palco è la musica composta ed eseguita dal vivo da Marco Fusi, che con i suoi accenti melanconici e felici, i suoi echi etnici, gitani e jazzistici costituisce il completamento ideale di questa rappresentazione.
In collaborazione con Gershwin Spettacoli
con Vittorio Agnoletto (voce narrante) musiche di Marco Fusi (clarinetti) e Momir Novakovich (fisarmonica)
Questo spettacolo è la cronaca di un oscuramento, quello dei diritti e della democrazia, che siamo stati abituati per anni a considerare come conquiste definitivamente acquisite.
La cronaca politica più recente mostra come i cittadini siano ridotti oramai a comparse, costrette ad accettare le decisioni di tecnocrati che nessuno ha eletto: scelte imposte da mercati, borse, banche e agenzie di rating nel totale disprezzo della sovranità popolare. Protagonista di questo racconto non poteva essere che Vittorio Agnoletto, nel 2001 portavoce del Genoa Social Forum, noto in tutto il mondo come esponente di spicco del movimento altermondialista.
Da Genova i leader del movimento erano stati chiari: se proseguirà questo modello di sviluppo fondato su una crescita senza limiti, sulla finanziarizzazione dell’economia, su un’ineguale distribuzione delle risorse, si svilupperà una crisi sociale ed economica senza precedenti, vi sarà il ricorso alla guerra permanente per il controllo delle risorse energetiche, andrà in crisi l’equilibrio della biosfera, verrà calpestata la sovranità dei popoli. Le previsioni di allora oggi sono realtà; come una moderna Cassandra il movimento non trovò orecchie disposte a raccogliere il suo messaggio. Per quanto possa indurre alla depressione e incutere timore, tuttavia, l’eclisse non è un evento senza ritorno. Al contrario, per sua natura è un fenomeno transitorio: c’é ancora la possibilità che l’avvenire venga rischiarato dal sole di una democrazia finalmente compiuta. E’ obbligatorio questo racconto perché non venga rimosso dalla memoria il fatto che le critiche, le aspirazioni, le rivendicazioni di Genova sono entrate a fare parte del lessico del presente.
Per rendercene conto, basta considerare un esempio tra i tanti. I capi di stato di grandi nazioni come Francia e Germania, che allora avevano invocato la repressione, oggi richiedono a gran voce l’applicazione della Tobin Tax come rimedio ai guasti della speculazione: misura che, guarda caso, costituiva una delle più pressanti richieste del social forum. Ma anche il linguaggio più spontaneistico delle proteste degli indignati, figli forse inconsapevoli di quel grande movimento, oggi di moda, è debitore di quell’esperienza.
Un teatro civile che non vuole però ripiegare nello sconforto della tenebra, non vuole indulgere sul gelo senza la luce della ragione. Per quanto possa indurre alla depressione e incutere timore infatti, l’eclisse non è un evento senza ritorno. Al contrario, per sua natura è un fenomeno transitorio: c’é ancora la possibilità che l’avvenire venga rischiarato dal sole di una democrazia finalmente compiuta. Ciò potrà verificarsi solo come prodotto di una reazione della società civile e quindi di ciascuno di noi.
Lo spettacolo vuole anche essere un momento di riflessione, coinvolgendo il pubblico in un atto di ottimismo, di speranza e di riscossa civile e democratica: senza la pretesa di fornire risposte precostituite, ma con l’ambizione e il sogno di catalizzare le energie di chi vuole riprendersi il proprio futuro.
Assieme ai testi di Agnoletto, protagonista sul palco è la musica composta ed eseguita dal vivo da Marco Fusi, che con i suoi accenti melanconici e felici, i suoi echi etnici, gitani e jazzistici costituisce il completamento ideale di questa rappresentazione.
In collaborazione con Gershwin Spettacoli
FRAME EVOLUTION di Paolo Sgevano
Corso Matteotti, 67 – 36071 – Arzignano (VI)
Mobile +39 348 3046782 – P.IVA 03583220243
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